Frequentemente mi trovo a fare i conti con i miei comportamenti e a doverli allineare al fine di trovare un equilibrio tra la mia indole direttiva e a “come potrebbero essere più efficaci”; portando tale considerazione a livello professionale talvolta ritengo, parlando di leadership, effettivamente impegnativa un’azione fluida.
Viviamo un’epoca di grande evoluzione: dopo secoli in cui l’umanità è stata abituata a leader duri, a comandanti che impartivano ordini indiscutibili, oggi le organizzazioni stanno finalmente comprendendo che interagire con le persone valorizzandole con l’ascolto, coinvolgendole con dialettiche costruttive, favorendone l’autonomia e la pro-attività (elementi che taluni considerano ancora “attenzioni inutili”) migliora la produttività dei collaboratori consentendo il trattenimento dei talenti.
Sto parlando di quella che viene definita la leadership gentile, o soft.
Vediamo sinteticamente alcune differenze: i soft leader sono considerati flessibili, offrono guida ai dipendenti, ma consentono loro di prendere iniziative ed essere creativi; al contrario, i leader duri sono considerati più focalizzati sugli obiettivi, meno attenti ai bisogni individuali; incoraggiano la competizione mentre i leader morbidi incoraggiano la collaborazione.
I leader duri lavorano all’interno della cultura organizzativa, pensano all’interno degli schemi, mentre i leader morbidi la cambiano, pensando fuori dagli schemi: i leader soft si concentrano sulle strategie mentre i leader hard si concentrano sui processi.
Esistono molte altre differenze tra leadership soft e leadership hard: la morbida enfatizza la persuasione anziché la pressione, e si concentra sulla trasformazione mentre la leadership dura si concentra sul compito.
I leader soft sono guidati dalla collaborazione e dal consenso, fornendo alle organizzazioni numerosi vantaggi per raggiungere l’eccellenza e l’efficacia.
Poiché questo stile si prende cura delle persone, riduce al minimo l’attrito sul posto di lavoro: i dipendenti possono bilanciare la loro vita personale e professionale e possono gestire il proprio tempo in modo efficace poiché c’è meno pressione dovuta all’orientamento alle persone piuttosto che all’orientamento ai compiti.
La leadership morbida è incentrata sui valori fondamentali di autenticità ed empatia. Si concentra sui principi di cura, apprezzamento, persuasione, negoziazione ed empowerment. I leader soft lavorano per uno scopo, una missione e una visione più elevata.
I leader soft accolgono input da tutte le fonti e successivamente prendono decisioni. Al contrario, gli hard leader sono microleader che adottano uno stile di leadership di “controllo e comando”.
E’ assolutamente certo che le leadership improntate sul comando sono destinate a scomparire – i risultati parlano – e prevarrà una modalità gentile, ma c’è una lacuna: ancora manca la maturità di imprenditori, manager, collaboratori e dipendenti nell’agire e soprattutto la volontà di produrre l’atteggiamento necessario durante questa transizione.
Ammetto, e mi collego all’incipit, che questa transizione è spesso faticosa da agire: io stesso ho sviluppato lustri di carriera manageriale in modo direttivo (si usava) e allora oggi come posso coniugare il “come essere soft” sopra esposto con tale indole? Percepisco, e so che molti imprenditori sono allineati, che quelle linee guida contrastano decisamente anche con la necessità dei risultati, con la pretesa di immediata applicazione per il successo!
Aggiungi un’educazione ferrea e qualche anno come ufficiale nell’esercito e la mia difficoltà è manifesta!
Ma c’é anche una parola magica, e la parola magica è rigore.
A prima vista sembra impossibile coniugare lo stile di leadership soft con il rigore: la prima si basa su empatia, collaborazione e flessibilità, mentre il secondo enfatizza disciplina, struttura e risultati. E’ davvero possibile coniugare questi due approcci? La risposta è sì, e farlo può portare a un equilibrio potente che favorisce sia la produttività che il benessere del team.
Proviamo a confrontare:
- leadership soft:
– Focus: Relazioni, empatia, collaborazione.
– Caratteristiche: Ascolto attivo, flessibilità, supporto emotivo, apertura al dialogo.
– Vantaggi: Favorisce un ambiente di lavoro positivo, aumenta la motivazione e la fiducia del team.
– Svantaggi: Può essere percepita come troppo permissiva, rischiando di compromettere risultati e disciplina.
- rigore:
– Focus: Risultati, disciplina, struttura.
– Caratteristiche: Chiarezza nelle regole, decisioni rapide, alta responsabilizzazione.
– Vantaggi: Garantisce il raggiungimento degli obiettivi, mantiene l’ordine e la coerenza.
– Svantaggi: Può creare un ambiente rigido, demotivante o poco collaborativo.
L’obiettivo allora è trovare un equilibrio tra questi due approcci, sfruttando i punti di forza di entrambi.
Un leader che sa coniugare empatia e autorevolezza può:
– migliorare la produttività: un team motivato e supportato lavora meglio;
– favorire la collaborazione: un ambiente rispettoso e inclusivo incoraggia la condivisione di idee;
– mantenere standard elevati: la chiarezza nelle aspettative e nelle regole evita ambiguità;
– ridurre il turnover: i dipendenti si sentono valorizzati e rispettati, la fedeltà all’azienda aumenta;
– adattarsi ai cambiamenti: un leader flessibile ma fermo nei principi può guidare il team attraverso sfide e transizioni.
Strategie per coniugare leadership soft e rigore:
- definisci obiettivi chiari e condivisi:
- L. soft: coinvolgi il team nella definizione degli obiettivi, chiedi feedback e suggerimenti per creare un senso di appartenenza e responsabilità condivisa;
- con rigore: stabilisci obiettivi specifici, misurabili e con scadenze precise, assicurati che tutti sappiano cosa ci si aspetta da loro.
B. Comunica in modo trasparente ed empatico
- L. soft: usa un tono rispettoso e comprensivo, mostra empatia verso le preoccupazioni del team e spiega il “perché” delle tue decisioni.
- con rigore: sii diretto e chiaro nelle comunicazioni, specialmente quando si tratta di regole, feedback o decisioni difficili.
C. Sii flessibile ma coerente
- L. soft: mostra flessibilità quando necessario, ad esempio adattando approcci in base alle esigenze individuali o a situazioni impreviste;
- con rigore: mantieni coerenza nell’applicazione delle regole per evitare favoritismi o percezioni di ingiustizia.
D. Costruisci relazioni di fiducia
- L. soft: investi tempo nel conoscere i membri del team, mostrando interesse per il loro benessere e sviluppo personale;
- con rigore: fai rispettare standard elevati e responsabilizza il team rispetto ai risultati.
E. Offri supporto e feedback costruttivo
- L. soft: usa un approccio costruttivo, offrendo supporto e risorse per aiutare il team a crescere;
- con rigore: fornisci feedback regolari e onesti, evidenziando sia i punti di forza che le aree di miglioramento.
F. Adatta il tuo stile alle situazioni
- L. soft: in contesti più rilassati o creativi, lascia spazio alla collaborazione e all’autonomia;
- con rigore: in situazioni critiche o di emergenza, sii decisivo e diretto.
G. Riconosci e premia i risultati
- L. soft: celebra i successi del team, riconoscendo il contributo individuale e collettivo;
- con rigore: tieni traccia dei progressi e assicurati che gli obiettivi siano raggiunti.
H. Sii un modello di comportamento
- L. soft: dimostra empatia, umiltà e apertura al dialogo;
- con rigore: mostra disciplina, integrità e rispetto per le regole.
I. Gestisci i conflitti con equilibrio
- L. soft: ascolta tutte le parti in causa e cerca soluzioni che rispettino le esigenze di tutti;
- con rigore: intervieni tempestivamente per risolvere conflitti o comportamenti inappropriati.
J. Promuovi un ambiente di crescita:
- L. soft: offri opportunità di formazione e sviluppo, sostenendo il team nel raggiungimento dei propri obiettivi;
- con rigore: incoraggia il miglioramento continuo e la responsabilità individuale.
Esempi pratici di bilanciamento
Gestione di un progetto:
– rigore: definisci scadenze chiare e assegna compiti specifici a ogni membro del team;
– l. soft: organizza riunioni regolari per monitorare i progressi, offrendo supporto e ascoltando le difficoltà del team.
Gestione di un conflitto:
– rigore: intervieni immediatamente per evitare che il conflitto si aggravi, applicando le regole aziendali;
– l. soft: ascolta tutte le parti, mostrando comprensione e cercando una soluzione che soddisfi tutti.
Feedback a un dipendente:
– rigore: fornisci un feedback onesto e specifico, evidenziando aree di miglioramento;
– l. soft: Usa un tono empatico e offri suggerimenti pratici per aiutare il dipendente a crescere.
Benefici
Un leader che sa coniugare leadership soft e rigore può:
– aumentare la fiducia del team: i dipendenti si sentono rispettati e valorizzati;
– migliorare i risultati: un team motivato e ben guidato raggiunge obiettivi più ambiziosi;
– creare un ambiente di lavoro positivo: un equilibrio tra disciplina ed empatia favorisce un clima collaborativo e produttivo;
– ridurre lo stress: chiarezza nelle regole e supporto emotivo riducono l’ansia e l’incertezza.
Agire una leadership soft con rigore non è dunque solo possibile, ma è essenziale per guidare team moderni e diversificati: l’equilibrio tra empatia e autorevolezza permette di creare un ambiente di lavoro in cui le persone si sentono rispettate, motivate e spinte a dare il meglio di sé.
Il segreto sta nell’adattare il proprio stile alle esigenze del team e alle situazioni specifiche, mantenendo sempre chiarezza nei principi e apertura al dialogo. Un leader che sa farlo non solo raggiunge risultati eccellenti, ma lascia anche un’impronta positiva nella vita delle persone che guida.